31/12/12 Riforma forense
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Dopo oltre settanta anni, la Repubblica riforma l'ordinamento forense con una nuova legge, che ha chiuso la legislatura e ha sancito la ritrovata unità dell'Avvocatura al Congresso di Bari, si pubblica la nuova legge 31 dicembre 2012, n. 247.

Intervento all'Inaugurazione dell'Anno giudiziario, 25 gennaio 2013 by Guido Alpa
La legge... by Parlamento italiano

Intervento all'Inaugurazione dell'Anno giudiziario, 25 gennaio 2013

INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO PRESSO LA

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE

ROMA 25 GENNAIO 2013

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE

AVV. PROF. GUIDO ALPA

Signor Presidente della Repubblica,

Autorità,

Signor Ministro Guardasigilli,

Signor Primo Presidente,

Signor Procuratore Generale,

care Colleghe e cari Colleghi,

il 18 gennaio scorso la G.U. ha pubblicato la legge di riforma dell’ordinamento forense, che conferma all’Avvocatura uno statuto speciale, derogatorio del Regolamento sulle professioni (d.P.R. 7 agosto 2012, n. 137) in considerazione del ruolo costituzionale dell’ Avvocatura, delle garanzie del diritto di difesa e del diritto all’ accesso alla giustizia, togata e non togata, per la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini e degli altri soggetti a cui è estesa tale garanzia.

La riforma forense, attesa da molto tempo ha segnato un grande merito da ascrivere al Parlamento, che ha votato il testo dopo quattro lunghi anni di discussioni e correzioni, approvandolo con una maggioranza quasi plebiscitaria sia alla Camera sia al Senato.

La riforma si intreccia con il sistema di amministrazione della giustizia estendendo le competenze dell’Avvocatura in materia, soprattutto favorendone la collaborazione con la Magistratura, con il Ministero della Giustizia e con le altre Istituzioni che cooperano al funzionamento della complessa macchina processuale.

Il rango primario che le conferma la legge or ora approvata pone l’ Avvocatura su di un piano paritetico con la Magistratura, in conformità ai principi costituzionali, e in conformità con quanto previsto dalla Carta europea dei diritti fondamentali , e si pone in linea con la risoluzione del Parlamento europeo del 23 marzo 2006 nella quale si segnalava – in ambito di servizi professionali – la peculiarità dell’attività forense, alla quale occorre garantire autonomia e indipendenza per la salvaguardia dei diritti dei cittadini e dello stesso Stato democratico.

Il nuovo ordinamento professionale richiede una maggiore qualificazione degli avvocati, con l’introduzione delle specializzazioni, favorisce il tirocinio e l’ ingresso dei giovani nella professione, introduce trasparenza nei compensi professionali liberamente concordati con il cliente, migliora il controllo disciplinare, prevede l’ assicurazione obbligatoria della responsabilità professionale, rafforza il segreto professionale e crea lo sportello del cittadino, delega il Governo ad emanare una disciplina articolata sulle società di capitali, con esclusione del mero socio di investimento, essendo l’autonomia e l’indipendenza coessenziali alla natura stessa della attività professionale forense.

In materia di amministrazione della giustizia, oltre alla cooperazione svolta dagli Ordini distrettuali nei consigli giudiziari e dal CNF nel Consiglio direttivo della Corte di Cassazione, istituisce presso il CNF l’Osservatorio sulla giustizia, conferisce delega al Governo per disciplinare più compiutamente la difesa d’ufficio, e offre agli Ordini forensi la possibilità di istituire camere arbitrali e di conciliazione per risolvere il contenzioso mediante procedure più snelle, che potrebbero consentire non solo un miglior accesso alla giustizia da parte degli abitanti del distretto ma anche una consistente riduzione del carico di lavoro dei giudici ordinari.

Rispetto alla situazione attuale, e alle riforme in parte avviate, molte altre sono le iniziative da assumere, purtroppo ignorate dai programmi presentati per la prossima competizione elettorale.

Mi riferisco alla istituzione dell’ ufficio del giudice, alla compiuta realizzazione del processo telematico, alla correzione dei criteri di determinazione delle spese di giustizia che hanno reso troppo oneroso l’accesso, soprattutto alle categorie più deboli ,alla eliminazione di barriere all’accesso, come la conciliazione obbligatoria (peraltro dichiarata incostituzionale con la sentenza n. 272/2012) alla codificazione delle best practices.

Un discorso a sé deve riguardare la riorganizzazione della geografia giudiziaria, che richiede un ripensamento ed una ampia discussione, per ottenere una condivisione ed un consenso che oggi, almeno come si dice “sul territorio”, sono del tutto carenti.

Auspichiamo che i ricavi dalle spese di giustizia siano destinati alla realizzazione di un ampio progetto di riorganizzazione e ammodernamento dell’intero sistema, al quale, come previsto dalla legge di riforma forense e come confermato dalle delibere del CNF e degli Ordini nonché dalle mozioni del recente congresso che si è tenuto a Bari, l’Avvocatura è pronta a collaborare con abnegazione e spirito di servizio, perché la giustizia non sia solo retta da regole formali, ma possa soddisfare le esigenze di natura sociale ed economica postulate dalla attuale difficile congiuntura. Auspichiamo che, oltre al Tribunale delle imprese, Governo e Parlamento si occupino degli interessi deboli, del Tribunale della famiglia, dei diritti fondamentali ancora negati nei rapporti interpersonali e nei progetti di vita, perché il nostro ordinamento sia al passo con l’ Europa dei diritti e non si lasci superare dagli ordinamenti degli altri Paesi europei, agli occhi dei quali il nostro è sempre apparso, per la sua storia, per la sua tradizione e per la sua profonda cultura giuridica, un faro di civiltà.

Dobbiamo essere - come ha sottolineato il Capo dello Stato nel suo Messaggio agli Italiani di fine d’anno – “un Paese solidale che sappia aver cura dei soggetti più deboli”.

L’Avvocatura è al fianco della Magistratura nella difesa dei diritti e, in particolare, vigila affinché siano rispettati i diritti fondamentali di tutti coloro che soffrono: l’inadeguatezza del nostro sistema penitenziario, in primo luogo, sollecita l’attenzione del Governo e del Parlamento, affinché siano assicurati i diritti di tutti i detenuti, in attesa di giudizio o in esecuzione della pena. Vi è una vera emergenza su questo fronte, sottolineata anche dalla pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo dei giorni scorsi, che richiede di porre mano urgentemente alle riforme penitenziarie insieme con le modificazioni più appropriate del codice penale e del codice di procedura penale.

Così come è diventata una emergenza la repressione di ogni fenomeno di discriminazione, inclusi gli episodi di antisemitismo registrati dalla cronaca anche in questi ultimi giorni. Essi ci riportano ai giorni bui delle leggi razziali . Non possiamo dimenticare – avvicinandosi il giorno della memoria – gli avvocati ebrei che furono cancellati dagli albi professionali e privati della libertà oltre che dei mezzi di sussistenza ed avviati ad un futuro di dolore e di sofferenza.

I valori della persona sono al centro della nostra Costituzione, della Carta europea dei diritti fondamentali e dell’azione dell’ Avvocatura.

L’Avvocatura agevola il sistema economico, anche con l’adesione alle iniziative promosse dal Parlamento e dalla Commissione europea nella cooperazione giudiziaria e nella realizzazione di un mercato unico retto da regole armonizzate. Proprio all’inizio di del mese scorso il CNF ha presentato, insieme con il CCBE, la rappresentanza europea dell’ Avvocatura, alla Commissione europea, le sue osservazioni propositive per favorire la realizzazione di un codice civile europeo, a cominciare dal Regolamento comunitario sulle vendite, che agevola sia le imprese che operano sul mercato transfrontaliero sia i consumatori dell’intera Unione. Ma molte altre sono le iniziative che l’Avvocatura, nelle sue diverse componenti, con profilo unitario, ha delineato, ed attende di realizzarle in collaborazione con le Istituzioni competenti.

E’ con questi propositi, con animo grato al Parlamento e con spirito di servizio, che si accingiamo, signor Presidente della Repubblica, ad affrontare il nuovo anno giudiziario.

Grazie per l’attenzione